Olio su plexiglas

Voglio raccontare una storia curiosa, uno scherzo del destino, che mi ha segnato profondamente…

La stazione di AsiagoFrequento spesso l’Altopiano, in particolare Asiago e Gallio: mi piace passeggiare lungo il corso, nei periodi di bassa stagione, quando ci sono meno turisti e villeggianti, lontano dal chiasso e dal fragore del traffico…

Mi sento vicino a questi luoghi, li sento ormai familiari, li sento miei; è naturale, in fondo sono ormai quasi trent’anni che vi trascorro qualche periodo di vacanza, almeno una volta l’anno!

Da ragazzo, negli anni ’80, passeggiando lungo il corso di Asiago, acquistai alcune cartoline raffiguranti alcuni quadri: mi innamorai immediatamente di quelle immagini per via della luce e per la serenità che mi trasmettevano. La tecnica pittorica, molto particolare almeno per me, era olio su plexiglas, che conferiva ai quadri un’incredibile luminosità e allegria.

Non mi interessai mai all’autore, anche se il suo nome era ben riportato sul retro: per me erano più importanti le emozioni che mi trasmettevano le opere.

Tenni le cartoline per molti anni nella mia camera, sul comodino, talvolta in cima e qualche volta in mezzo ad altre carte…comunque sempre presenti e riconoscibili. Non so di preciso quando, ma probabilmente verso la fine degli anni ’90 sparirono da quel posto, per essere riposte in qualche scatola…e con esse si affievolì il ricordo di quelle belle immagini.

Nella tarda estate del 2006, passeggiando con Romy ad Asiago, sono entrato per caso nella Galleria d’Arte Busellato, lungo il corso; lì ho conosciuto Antonio, che mi ha edotto e fatto apprezzare alcune tele e stampe Naive di Elio Nava e qualche opera del fratello Carlo, dipinta proprio con quella inconsueta tecnica sul plexiglas, che avevo apprezzato nelle mie cartoline. E proprio lo stesso inverno ho ammirato altri suoi quadri presso il suo studio a Creazzo, dove tra l’altro ne stava terminando uno nel medesimo stile.

Neve sull\'altopiano

Mi è stato poi spiegato che la difficoltà maggiore di questa tecnica pittorica deriva dal fatto che l’esecuzione del quadro avviene al contrario, sulla superficie del plexiglas opposta a quella visiva: prima devono essere dipinti gli elementi e i particolari in primo piano, per cui l’artista deve avere ben chiaro in testa ciò che vuole rappresentare. Ad esempio le crepe devono essere dipinte prima dei mattoni e della casa, gli uccelli in volo prima del cielo, ecc.

Inoltre l’opera non può essere eseguita di getto, i tempi tecnici sono lunghi, perché i vari colori stesi via via devono asciugarsi ed assestarsi; e quindi un’ulteriore difficoltà! Il risultato finale dell’opera viene esaltato dal materiale trasparente, vetro o plexiglas, che conferisce al tutto una sorprendente luminosità e un’eccezionale nitidezza.

Solo nel maggio di quest’anno, durante una visita alla galleria di Antonio, discutendo con lui di questa tecnica pittorica e di come ne fossi rimasto affascinato fin dalla giovinezza, mi sono reso conto che l’autore dei quadri scoperti da ragazzo era nientemeno che il padre di Antonio e Carlo: Mario Busellato

E’ strano e sorprendente allo stesso tempo: riscoprire e rivalutare le medesime opere di nuovo, con maggiore consapevolezza e maturità! E’ come se il destino avesse voluto farmi porre l’enfasi su qualcosa che avevo già ammirato…forse non abbastanza!!

Ho riportato sopra, dopo aver ottenuto il relativo consenso per la loro pubblicazione, le immagini di due olii su plexiglas di Mario Busellato

  • La stazione di Asiago (cm 150×100)
  • Inverno sull’Altopiano (cm 150×100)

che mi hanno particolarmente emozionato; probabilmente sono molto in sintonia con me. D’altronde come leggo in una nota critica, anche il maestro Mario Busellato, come me, “ama l’Altopiano di Asiago, che a buona ragione considera come la sua seconda terra, ed è attratto da sempre dalla natura incontaminata, quasi vergine, dalla tranquillità, dai valori fondamentali della storia dell’uomo e dalle sue tradizioni secolari…”

Appunto.

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4 risposte a Olio su plexiglas

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